A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Jolanda De Rienzo, giornalista e conduttrice di Sportitalia. Di seguito, un estratto dell’intervista.
De Rienzo: “La domanda, però, è un’altra: perché abbiamo bisogno di Fabrizio Corona per far partire questa indagine?”
Deontologicamente, è giusto che, oggi, si lasci ad un elemento estraneo alla magistratura la possibilità di condurre una indagine pubblica?
“Deontologicamente non è giusto. La domanda, però, è un’altra: perché abbiamo bisogno di Fabrizio Corona per far partire questa indagine? C’è da ringraziarlo per il lavoro svolto sinora. Tuttavia, quando dall’inchiesta si crea un business, anche abbastanza remunerativo, vuol dire che si è andati oltre il giornalismo. Non me la prendo con Corona, ma la domanda che mi faccio è perché proprio lui è stato l’unico a svolgere questa inchiesta. Soprattutto, perché gli viene concesso di monetizzare e raggiungere la visibilità che ricercava. Sono in molti ad interrogarsi sulla deontologia di Fabrizio Corona, ma gli scheletri nell’armadio ce li hanno tutti”
De Rienzo: “Basti pensare alle parole del padre di Fagioli, che pareva più interessato a ripulire la propria immagine di padre di un ludopatico”
Cosa pensa dei calciatori coinvolti nel caso scommesse?
“Ne ho passate tante, tantissime nella vita. Sono stata cacciata da un palco da una persona che denunciai anche se, a quel tempo, non c’erano le leggi adeguate. Ho subìto di tutto, anche mobbing. All’epoca non uscivo di casa ed in una settimana perdevo sei o cinque chili. Sono stata malissimo e fui salvata da un video YouTube. Non so chi l’abbia messo, ma è stato il mio salvatore. Da vittima sono divenuta idolo del movimento femminista e di tutti quanti avessero la forza di rispondere a testa alta alle ingiustizie. Cito questa vicenda perché intendo sottolineare quanto si possa essere deboli da giovani, e quanto possa essere facile abbandonarsi agli eventi piuttosto che voltare pagina. Mi riferisco, dunque, anche ai calciatori coinvolti dalle vicende inerenti alle scommesse. Basti pensare alle parole del padre di Fagioli, che pareva più interessato a ripulire la propria immagine di padre di un ludopatico. Anche gli agenti, inoltre, potrebbero avere la responsabilità di non aver seguito con premura i propri assistiti. Bisognerebbe creare una rete di aiuto, cultura e diversivi per giocatori che sono, in fin dei conti, soltanto dei ragazzi. Ci sono tante cose che girano nel mondo del calcio e che rischiano di travolgere questi giovani calciatori. La mia opinione è che questi ragazzi abbiano un problema e vadano aiutati, tenendo presente la presunzione di innocenza che vige”
De Rienzo: “Il primo è che De Laurentiis, con i suoi comportamenti, ha ammesso i propri errori, ma non ha trovato la giusta alternativa”
Che idea si è fatta del comportamento di De Laurentiis che, dopo aver delegittimato Garcia alla ricerca di un accordo con Conte, oggi torna alla carica con il tecnico francese?
“Non c’è un’alternativa. Mi dispiaccio per due motivi. Il primo è che De Laurentiis, con i suoi comportamenti, ha ammesso i propri errori, ma non ha trovato la giusta alternativa. Sappiamo quanto sia un abile giocatore di poker, ma in questo caso non ha saputo bluffare. Ciò ha comportato due problemi. Anzitutto, i calciatori sanno che il mister non ha la fiducia del presidente. Inoltre, eventuali subentranti hanno la percezione di un problema molto più ampio di quel che poteva sembrare, con un sistema tutto da ricostruire. Il presidente sta dirigendo gli allenamenti con Garcia, indicandogli persino determinate scelte… Quel che emerge da Castel Volturno, dunque, è abbastanza grave”
De Rienzo: “Sono dispiaciuta dalle parole di Giuntoli, ma il mondo del calcio è risaputo sia maschilista”
Cosa pensa delle recenti parole di Giuntoli (“Quando prendi un giocatore è come una fidanzata. Pensi sia quella giusta e la porti a cena. Poi a casa capisci che non va bene, che non lava e non stira” n.d.r)?
“Sono dispiaciuta dalle parole di Giuntoli, ma il mondo del calcio è risaputo sia maschilista. La donna che capisce di calcio, quando invitata in una trasmissione, sembra sempre sorprendere gli ospiti in studio. Sussiste, oggi, il misunderstanding della donna che lavora in televisione accomunata al ruolo di giornalista. I due ruoli andrebbero scissi, così come avviene per gli uomini. Giuntoli è un uomo che è abituato a vivere il mondo del calcio in questo modo, e si può scegliere di dissociarsi dalle sue parole con la consapevolezza che alcune persone sono rimaste indietro”
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