Stefano Caira, ex direttore sportivo della Roma ed ex procuratore di Francesco Totti. è intervenuto A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, Di seguito, un estratto dell’intervista.
Caira: “Roma era già divisa da un po’ di tempo”
Cosa pensa dell’esonero di Josè Mourinho?
“Non è una decisione a ciel sereno. Roma era già divisa da un po’ di tempo. Ci si aspettava qualche risultato che potesse aiutare maggiormente. Cosa che non è arrivata. È una cosa naturale per quel che accade nel mondo del calcio. Se non fosse stato Mourinho, infatti, in qualsiasi società sarebbe già accaduto a ottobre. Il nome importante, l’impegno della società in un progetto importante hanno indotto a tirare avanti fin quando è stato possibile”
Caira: “Vediamo sempre la Premier come un modello da seguire”
Cambiare allenatore è ancora una scelta valida nel 2024?
“Secondo me no, ma il calcio è uno sport di squadra e, quando devi dare una scossa, non puoi cambiare trenta giocatori ma quella che dovrebbe essere la guida della squadra. Sono i ruoli del calcio, della vita. Non posso dirmi d’accordo. Vediamo sempre la Premier come un modello da seguire. In Inghilterra, però, ci sono allenatori che sono seduti lì da anni. Klopp, in Italia, darebbe stato silurato. A Liverpool, però, l’hanno tenuto lì, l’hanno difeso ed aiutato, anche sul mercato”
Caira: “Ci sono gli equilibri degli spogliatoi, dei calciatori”
È giusto pensare che a gennaio non si possono fare le rivoluzioni o si possono introdurre delle pedine utili a rinforzare una rosa?
“Le rivoluzioni si possono sempre fare, ma non portano mai a nulla nel lungo periodo. Faccio l’esempio della Salernitana di due anni fa. A gennaio fecero una rivoluzione, riuscirono a salvarsi, ma il progetto? È stato un progetto a quattro mesi… Ogni storia ha i suoi perché, bisogna conoscere ogni situazione. Ci sono gli equilibri degli spogliatoi, dei calciatori. È come in una famiglia, dove spesso mancano gli equilibri, pur essendo composta soltanto da cinque o quattro persone. Per questo, trovare quell’alchimia che ha portato il Napoli, lo scorso anno, a strabiliare tutti, non è semplice. Nella passata stagione, tutto è andato per il verso giusto, i fattori si sono incastrati alla perfezione, c’era entusiasmo. Ripetersi, però, è sempre difficile”
Caira: “Alla Roma serviva qualcuno che creasse alchimia”
Con Traorè impegnato nelle visite mediche, sembra che gli azzurri abbiano chiuso anche per Ngonge. Al Napoli servono davvero tutti questi esterni d’attacco?
“Questo lo sa più chi sta al Napoli… Evidentemente, il mister, in questo momento, ha espresso la necessità di esterni d’attacco. Cambiamento dell’assetto tattico? Probabilmente. Se si cercano più esterni, nonostante il Napoli ne abbia già abbastanza, si vuole puntare su un gioco che si incentri sugli esterni d’attacco. Dalle qualità e dalle caratteristiche dei giocatori, però, non credo che il Napoli goda di calciatori in grado di schierare una difesa a tre. Potrebbe essere un cambiamento che attiene principalmente la fase offensiva”
Si potrebbe dunque pensare ad uno duello di mercato, tra Roma e Napoli, per Conte?
“E’ uno dei migliori. Ha tantissime qualità ma anche dei difetti che impongono il sostegno di una società forte alle spalle. È un martello non solo in campo, ma su tutto. Conoscete meglio di me Napoli e non so se questo sia possibile… Roma, forse, potrebbe essere più idonea ad Antonio, ma non è facile neanche per i giallorossi. In questo momento, però, mi concentrerei su De Rossi. Alla Roma serviva qualcuno che creasse alchimia, che conoscesse la piazza, i tifosi e Trigoria. De Rossi era la persona giusta e poteva fare quadrato attorno alla Roma e all’essere romanisti”
Leggi anche