VINCENZO GRELLA
A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Vincenzo Grella, ex calciatore, tra le tante, dell’Empoli, del Torino e dell’Australia. Di seguito, un estratto raccolto dalla redazione di IlSognoNelCuore.com.
Mondiale, Grella: “La Francia aspirerà a vincere. Australia? Un grande risultato per un piccolo paese, sono contento”
Soddisfatto dell’Asutralia? “Sono molto contento per la federazione, il mister e i calciatori. È un grande risultato per un piccolo paese, che sta cercando di far crescere il calcio. Mi auguro che questo traguardo sia soltanto una spinta in avanti. Il movimento calcio è già dinamico nel paese, questa deve essere una spinta la quale può favorire lo sviluppo del calcio in un territorio dove dominano altri sport”.
La Francia può competere per la vittoria del Mondiale? “Secondo me sì, ha una rosa molto forte e il tecnico ha valide alternative in panchina. Sarà una delle nazionali la quale aspirerà a vincere il torneo”.
Quanto conta l’organizzazione di gioco per squadre come l’Asutralia? “Credo sia la base. Una nazione più piccola con meno calciatori di livello deve basarsi necessariamente sulla compattezza e sull’unione del gruppo, con lo spirito adeguato e l’umilità giusta. Penso sia l’unico espediente per avere successo”.
In Serie A questo concetto è rappresentato dal Napoli? “Ci sono anche altre squadre come l’Empoli, che hanno sempre avuto questo spirito giusto, tendente alla creazione di un contesto nel quale sono lanciati tanti giovani interessanti per consentire loro di iniziare la carriera. Alla lunga il collettivo paga maggiormente rispetto al singolo”.
Perché oggi la Serie A non è più competitiva come in passato? “Credo che soltanto l’Inghilterra si sia staccata maggiormente dall’Italia. Negli anni d’oro la lentezza dei diversi miglioramenti e le strutture rimaste invariate, che potevano far crescere i club e dare un patrimonio più solido, rappresentano occasioni sfuggite ai dirigenti del momento. Oltre una mancanza di coraggio nella sponsorizzazione i club al di fuori dei confini italiani con tour ed esperienze all’estero per aumentare la visione mondiale del calcio italiano. Non è stato sfruttato un grande momento per dare visibilità a squadre di Serie A a livello internazionale. Questa è la differenza tra l’Inghilterra e l’Italia”.
Parere sulla questione Juve? “Per un commento preciso sarebbe consono avere informazioni precise. Preferisco non esprimermi a riguardo, prima di parlare è necessario conoscere. Sarebbe poco professionale nei confronti di coloro che si trovano in situazioni scomode, meglio attendere e commentare in modo preciso”.
Tra quanti anni il Catania tornerà nel calcio che conta? “Vogliamo restare per tanti anni, il desiderio di ascesa non è l’obiettivo principale. È necessario essere solidi dal punto di vista societario, perché quando il club raggiungerà la Serie A dovrà essere in grado di sostenerlo. La dirigenza pensa al futuro di questa squadra, anche se non esiste una bacchetta magica per gestire in modo impeccabile il tutto. Ci sono serietà e volontà di avere un club stabile, faremo di tutto per far sì che il Catania torni nel calcio che conta, questa squadra merita di calpestare i palcoscenici del massimo campionato, dopo aver vissuto momenti infelici”.
Chi vince lo scudetto? “Mi piacerebbe il Napoli, perché conosco Spalletti e il suo operato. Da sempre mi piace il suo modo di vivere e proporre calcio. Sebbene non sia un tifoso azzurro, mi diverte lo spettacolo in campo proposto da questa squadra”.